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Piano Didattico
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Laurea magistrale in Linguistics - Immatricolazione dal 2025/2026Il piano didattico è l'elenco degli insegnamenti e delle altre attività formative che devono essere sostenute nel corso della propria carriera universitaria.
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1° Anno
Insegnamenti | Crediti | TAF | SSD |
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2° Anno Attivato nell'A.A. 2016/2017
Insegnamenti | Crediti | TAF | SSD |
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Un insegnamento a scelta, diverso da quello scelto al 1 anno, tra
Insegnamenti | Crediti | TAF | SSD |
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Un insegnamento a scelta, diverso da quello scelto al 1 anno, tra
Insegnamenti | Crediti | TAF | SSD |
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Legenda | Tipo Attività Formativa (TAF)
TAF (Tipologia Attività Formativa) Tutti gli insegnamenti e le attività sono classificate in diversi tipi di attività formativa, indicati da una lettera.
Germanic philology lm (2015/2016)
Codice insegnamento
4S004058
Docente
Coordinatore
Crediti
6
Lingua di erogazione
Inglese
Settore Scientifico Disciplinare (SSD)
L-FIL-LET/15 - FILOLOGIA GERMANICA
Periodo
Semestrino IIA, Semestrino IIB
Obiettivi formativi
La rinascita del volgare germanico, in Inghilterra, dopo la conquista normanna
Nuove interpretazioni dell’origine dell’inglese medio
Il corso tratterà una nuova ipotesi (Emonds e Faarlund 2014) che collega l’inglese medio (il predecessore immediato dell’inglese moderno) con le lingue scandinave (con le quali condivide evidenti similarità, soprattutto nella sintassi), anziché con il cosiddetto anglosassone, che tradizionalmente si ritiene genealogicamente collegato all’inglese medio.
Secondo questa recente tesi, l’inglese standard dovrebbe perciò essere assegnato al gruppo del germanico settentrionale (con le varietà scandinave moderne), invece che col gruppo germanico occidentale (al quale l’anglosassone appartenne, con il tedesco e l’olandese).
Seguendo Emonds e Faarlund, l’analisi si concentrerà sulla sintassi storica e sulla dialettologia.
I loro risultati, tuttavia, verranno testati dall’impiego del metodo filologico, valutando i dati linguistici alla luce dell’analisi critico-testuale dei documenti considerati.
Programma
La rinascita del volgare germanico, in Inghilterra, dopo la conquista normanna
Nuove interpretazioni dell’origine dell’inglese medio
Dopo la conquista normanna (a. 1066) e il crollo, in Inghilterra, dell’aristocrazia militare di ascendenze angle, sassoni e jutiche, i dialetti comunemente etichettati come ‘anglosassone’ o ‘inglese antico’ (testimoniati in documenti scritti dalla fine del VII alla metà dell’XI secolo, a prescindere dal caso isolato della Peterborough Chronicle, che continua a usare l’inglese antico fino all’anno dell’ascesa al trono di Enrico II Plantageneto nel 1154) scomparvero. Le varietà dell’inglese antico vengono normalmente assegnate al gruppo linguistico denominato ‘germanico occidentale’ (con i dialetti tedeschi e neerlandesi), al quale sono accomunati da una serie di tratti caratteristici
I Normanni introdussero il francese antico negli usi della corte e dell’amministrazione (mentre il latino era la lingua della chiesa, come ovunque in occidente. Circa due secoli più tardi, tuttavia, ‘nuove’ varietà inglesi ricomparvero nel territorio dell’isola, costituendo il cosiddetto inglese medio, il diretto antenato della lingua standard odierna. L’inglese medio è segnato da forti interferenze del francese antico (ancora riconoscibili, soprattutto nel lessico), tanto che si può dire che l’inglese sia una lingua di struttura germanica, ma col vocabolario prevalentemente romanzo.
Nondimeno, la nuova lingua letteraria emergente che i linguisti definiscono inglese medio rivela anche palesi analogie con le lingue scandinave, cosa che viene di norma considerata l’esito del lungo dominio militare dei gruppi vichinghi (prevalentemente di provenienza danese e norvegese), la cui appropriazione di vaste aree dell’Inghilterra (il Danelaw) era iniziata in seno al period anglosassone (dalla fine dell’VIII secolo). A quell’epoca, i popoli scandinavi erano ancora illetterati (la loro più antica lingua letteraria, il cosiddetto norreno, cominciò ad essere fissato, in Islanda e Norvegia, solo a partire dalla fine dell’XI secolo.
La peculiarità di questa influenza nordica sull’inglese è rappresentata dal fatto di incidere sulle strutture profonde della lingua, anziché su elementi di ‘superficie’ del lessico (come di solito accade tra le lingue in contatto con i prestiti e i calchi): questa caratteristica atipica richiede una spiegazione e, durante il percorso della linguistica storica sono state proposte varie soluzione, che tutte consideravano l’inglese medio (e il suo sviluppo moderno) come un’evoluzione dell’inglese antico (in accordo con un modello classificatorio tripartito, come quello individuato all’interno della storia della varietà alto-tedesche) e quindi come appartenente al gruppo germanico occidentale.
Recentemente gli studi di Emonds e Faarlund (2014) hanno messo in discussione questo assunto, sostenendo al contrario che l’inglese medio (e, conseguentemente, quello moderno) discenda in effetti dai dialetti scandinavi inattestati, parlati dai vichinghi: sul suolo inglese questi dialetti nordici si sarebbero ‘anglicizzati’, contaminandosi con la lingua nativa della popolazione anglosassone, fino a produrre l’inglese medio, che perciò dovrebbe essere attribuito al gruppo lingusitico germanico occidentale. In effetti, le Midlands orientali, che furono la principale area di gestazione dell’inglese medio, erano state il limite meridionale, densamente popolato, del Danelaw. Da parte sua, l’anglosassone (temporaneamente sopravvissuto nei dialetti sud-occidentali) scomparve definitivamente entro il XV secolo.
I risultati di Emonds e Faarlund verranno testati attrtaverso il metodo filologico, valutando i dati linguistici alla luce dell’analisi critico-testuale dei documenti considerati tanto dell tradizione norrena che di quella medio-inglese.
Il corso sarò strutturato in due parti.
La I parte (= 5 settimane, = 20 ore) esaminerà sviluppi e tendenze degli studi relativi (nr. 2 della Bibliografia) e delineerà i dati riguardanti la storia dell’inglese, dai precedenti indoeuropeo e germanico (nrr. 1 e 7 della Bibliografia), alla descrizione dell’inglese antico e medio e dei loro dialetti (nrr. 3, 8, 9, 10 e 11 della Bibliografia)
La II parte (= 4 settimane, = 16 ore) si concentrerà sulle posizioni di Emonds e Faarlund, interpretando con un’analisi dettagliata le corrispondenze tra la sintassi del’inglese medio e quella del norreno (nrr 4, 5 e 6 della Bibliografia)
Bibliografia
1. Baldi, Philip, 2008. English as an Indo-European Language, in Momma, Haruko, and Michael Matto, eds. A Companion to the History of the English Language, Oxford, Blackwell-Wiley, pp. 127–141
2. Cable, Thomas, 2008. History of the History of the English Language: How Has the Subject Been Studied?, in Momma, Haruko, and Michael Matto, eds. A Companion to the History of the English Language, Oxford, Blackwell-Wiley, pp. 11–17
3. Donoghue, Daniel, 2008. Early Old English (up to 899), in Momma, Haruko, and Michael Matto, eds. A Companion to the History of the English Language, Oxford, Blackwell-Wiley, pp. 156–164
4. Emonds, Joseph Embley, and Jan Terje Faarlund. 2014. English: The Language of the Vikings, Palacký University, Olomouc
https://www.academia.edu/10360982/English_The_Language_of_the_Vikings
5. Faarlund, Jan Terje, 2004. The Syntax of Old Norse. With a survey of inflectional morphology and a complete bibliography, Oxford, University Press
6. Fischer, Olga, 2008. History of English Syntax, in Momma, Haruko, and Michael Matto, eds. A Companion to the History of the English Language, Oxford, Blackwell-Wiley, pp. 57–68
7. Fulk, R. D., 2008. English as a Germanic Language, in Momma, Haruko, and Michael Matto, eds. A Companion to the History of the English Language, Oxford, Blackwell-Wiley, pp. 142–149
8. Gretsch, Mechthild, 2008. Late Old English (899–1066), in Momma, Haruko, and Michael Matto, eds. A Companion to the History of the English Language, Oxford, Blackwell-Wiley, pp. 165–171
9. Kornexl, Lucia, 2008. Topics in Old English Dialects, in Momma, Haruko, and Michael Matto, eds. A Companion to the History of the English Language, Oxford, Blackwell-Wiley, pp. 172–179
10. Smith, Jeremy J., 2008. Varieties of Middle English, in Momma, Haruko, and Michael Matto, eds. A Companion to the History of the English Language, Oxford, Blackwell-Wiley, pp. 198–206
11. Turville-Petre, Thorlac, 2008. Early Middle English (1066–ca. 1350), in Momma, Haruko, and Michael Matto, eds. A Companion to the History of the English Language, Oxford, Blackwell-Wiley, pp. 184–190
Il volume: Momma, Haruko, and Michael Matto, eds. 2008. A Companion to the History of the English Language, Oxford, Blackwell-Wiley, è disponibile in Biblioteca Frinzi (catalogo: BF 160 C 352)
Modalità d'esame
L’esame si svolgerà in forma orale.
A metà del corso (dopo la quinta settimana e la conclusione del I gruppo di lezioni), per gli studenti interessati, sarà possibile sostenere una prova in itinere (che sarà preceduta da una simulazione collettiva della prova stessa e dalla successiva discussione in aula). La prova in itinere concernerà la prima parte del corso (ossia le lezioni tenute entro le prime cinque settimane): chi l’avrà positivamente superata, all’esame orale dovrà essere in grado di discutere la seconda sezione del corso (ossia le lezioni delle ultime quattro settimane).
I materiali bibliografici di riferimento, ove consentito, verranno pubblicati sulla pagina dell’e-learning.