Studiare
In questa sezione è possibile reperire le informazioni riguardanti l'organizzazione pratica del corso, lo svolgimento delle attività didattiche, le opportunità formative e i contatti utili durante tutto il percorso di studi, fino al conseguimento del titolo finale.
Piano Didattico
Il piano didattico è l'elenco degli insegnamenti e delle altre attività formative che devono essere sostenute nel corso della propria carriera universitaria.
Selezionare il piano didattico in base all'anno accademico di iscrizione.
1° Anno
Insegnamenti | Crediti | TAF | SSD |
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2° Anno Attivato nell'A.A. 2011/2012
Insegnamenti | Crediti | TAF | SSD |
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Un insegnamento a scelta
Un insegnamento a scelta tra i seguenti
3° Anno Attivato nell'A.A. 2012/2013
Insegnamenti | Crediti | TAF | SSD |
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Insegnamenti | Crediti | TAF | SSD |
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Insegnamenti | Crediti | TAF | SSD |
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Un insegnamento a scelta
Un insegnamento a scelta tra i seguenti
Insegnamenti | Crediti | TAF | SSD |
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Insegnamenti | Crediti | TAF | SSD |
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Da quattro a sette insegnamenti a scelta tra i seguenti, di cui per 12 cfu al II anno, 24 al III anno
Due o tre insegnamenti a scelta tra i seguenti(l'insegnamento di storia comunque diverso da quello scleto per la base) di cui per 6 cfu al II anno , 12 cfu al III anno
Legenda | Tipo Attività Formativa (TAF)
TAF (Tipologia Attività Formativa) Tutti gli insegnamenti e le attività sono classificate in diversi tipi di attività formativa, indicati da una lettera.
Storia della filosofia A (i) (2010/2011)
L'insegnamento è organizzato come segue:
Obiettivi formativi
Oltre a fornire un quadro generale dei principali autori e scuole della filosofia antica e medievale, s’intende formare all’uso della terminologia filosofica propria ed insegnare l’uso critico del testo originale, per l’acquisizione di problemi e concetti filosofici centrali.
Programma
Prerequisiti: La conoscenza preliminare della storia della filosofia antica (VI sec. a.C.-529 d.C.) del greco antico e del latino costituisce certo una facilitazione, ma non è obbligatoria. Sono richiesti piuttosto attenzione all’indagine lessicale e inclinazione alla lettura critica del testo filosofico.
Modulo: I MODULO PARTE (I)
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Contenuto del corso: Titolo “Eudaimonìa: la felicità degli antichi”
Il corso intende esplorare anzitutto la nozione antica di felicità (eudaimonìa): a partire dalla subordinazione dell’uomo ai capricci della divinità o del Caso nei poemi omerici e nella tragedia, attraverso Democrito e la sua nozione di tranquillità interiore (euthymìa), fino a Socrate e alla sua valorizzazione filosofica della felicità come consapevolezza ed esercizio del proprio autentico sé (psyché). Proseguendo poi con Platone, con la sua identificazione di virtù e felicità e con la sua concezione del filosofo come garante della felicità pubblica. Soffermandosi su Aristotele e sulla sua nozione della felicità quale esercizio dell’èrgon (dell’attività) proprio dell’uomo, sulla felicità virtuosa del saggio, sull’amor di sé, sull’amicizia e la felicità della contemplazione. Infine valutando la via alla felicità proposta da Cinici e Cirenaici.
Testi di riferimento:
a) Parte generale: E. BERTI, Storia della filosofia: Antichità e Medioevo, Roma-Bari 1991 (ed edizioni successive), Capp. I-VIII (comunque fino al neoplatonismo compreso);
b) testo critico: F. DE LUISE – G. FARINETTI, Storia della felicità. Gli antichi e i moderni, Torino, Einaudi PBE 2001, pp. XI-106 (questo testo, essendo fuori catalogo, verrà accluso in fotocopia alla dispensa di cui al punto c);
c) dispensa con fotocopie di testi originali, messe a disposizione degli studenti.
Modulo: II MODULO PARTE (P)
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Contenuto del corso: Titolo: “Eudaimonìa, beatitudo: la felicità degli antichi e dei medievali”
Il corso intende esplorare anzitutto la nozione antica di felicità (eudaimonìa): a partire dalla subordinazione dell’uomo ai capricci della divinità o del Caso nei poemi omerici e nella tragedia, attraverso Democrito e la sua nozione di tranquillità interiore (euthymìa), fino a Socrate e alla sua valorizzazione filosofica della felicità come consapevolezza ed esercizio del proprio autentico sé (psyché). Proseguendo poi con Platone, con la sua identificazione di virtù e felicità e con la sua concezione del filosofo come garante della felicità pubblica. Soffermandosi su Aristotele e sulla sua nozione della felicità quale esercizio dell’èrgon (dell’attività) proprio dell’uomo, sulla felicità virtuosa del saggio, sull’amor di sé, sull’amicizia e la felicità della contemplazione. Infine, valutando la via alla felicità proposta da Cinici e Cirenaici, da epicureismo, stoicismo, scetticismo e neoplatonismo, si avrà chiaro che l’eudaimonìa è un cardine costante, pur diversamente declinato, dell’etica ed antropologia greche.
Il Medioevo reinterpreta l’idea di felicità alla luce della prospettiva cristiana: essa diviene anzitutto salvezza del singolo innanzi a Dio, e inoltre salvezza dell’anima, non del corpo. Si ha uno spostamento anche terminologico, dall'eudaimonìa greca alla beatitudo medievale. Eppure la felicità condiziona l'etica medievale in modo massiccio e pervasivo: essa è in modo pressoché esclusivo un'etica della felicità. E quindi un'etica del fine, poiché la beatitudo, cioè la salvezza, non si poneva come reale possibilità per l'uomo, ma come essenziale completamento della sua natura e, in questo, dello stesso progetto di Dio. Con un'unica eccezione: l'etica del dovere assoluto di Anselmo d'Aosta. Oltre a fornire una panoramica generale del pensiero medievale, il modulo si soffermerà sul confronto tra questi e Tommaso, campione invece dell'etica della felicità di matrice aristotelica.
Testi di riferimento:
II Modulo (6 cfu) (in collaborazione con altri docenti, fra cui, principalmente, il dr. Carlo Chiurlo)
a) Parte generale: I. SCIUTO, L'etica nel Medioevo, Einaudi, Torino 2007.
b) testo: TOMMASO D’AQUINO, La felicità, Bompiani, Milano 2010 (con testo a fronte) (parti scelte)
c) dispensa con fotocopie di testi originali, messe a disposizione degli studenti.
Metodi didattici: Il corso prevede lezioni frontali con presentazione introduttiva degli autori e successiva lettura diretta di testi sul tema monografico e discussione comune; perciò è utile e dunque auspicabile, benché ovviamente non obbligatoria, la frequenza.
Per i non frequentanti il programma rimane lo stesso, ma essi dovranno contattare la docente per concordare un testo personalizzato (a seconda delle proprie conoscenze pregresse, della propria formazione curricolare e dei propri interessi), il cui studio compensi la mancata frequenza del corso.
Modalità d'esame
Lo studente verrà interrogato oralmente, invitato anche alla lettura ed al commento dei passi letti insieme in classe.
Per le parti generali (manuale di storia della filosofia antica e di storia della filosofia medievale) è previsto un accertamento tramite compito scritto: 3 domande a risposta aperta, di una ventina di righe, da redigersi in Aula, in date comunicate preventivamente per ogni appello d’esame; il voto riportato farà media con il successivo colloquio orale.
Chi lo desiderasse potrà presentare, per la parte monografica del corso, una breve relazione scritta (5-10 cartelle da presentarsi almeno una settimana prima dell’esame) sui temi e testi discussi in classe: la relazione sarà poi discussa oralmente durante l’esame.
Casi specifici:
a) gli studenti che hanno già sostenuto la Parte generale di Storia della filosofia antica, oppure di Storia della filosofia A, potranno sostituire questa parte con testi ad hoc concordati con la docente. Per essi è comunque a disposizione un’ulteriore specifica Dispensa; essi sono esentati dall’accertamento scritto e sosterranno solo il colloquio orale;
b) gli studenti di Beni Culturali, che portano il corso per soli 3 crediti, porteranno solo la Parte generale e la dispensa;
c) i triennalisti del vecchio ordinamento (fino all’AA 2007-8) porteranno, per Storia della filosofia (A) solo 6 crediti e dunque, a loro scelta, o questo 1° modulo, oppure il 2° relativo alla Storia della filosofia medievale (questo 2° Modulo, però, non mutua il corso specifico di Storia della filosofia medievale).